Andrea – Fabrizio De Andre

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« Questa canzone la dedichiamo a quelli che Platone chiamava, in modo addirittura poetico, i “figli della luna”; quelle persone che noi continuiamo a chiamare gay oppure, per una strana forma di compiacimento, diversi, se non addirittura culi. Ecco, mi fa piacere cantare questa canzone, che per altro è stata scritta per loro una dozzina di anni fa, così a luci accese, anche a dimostrare che oggi, almeno in Europa, si può essere semplicemente se stessi senza più bisogno di vergognarsene. »

(Fabrizio De André durante il concerto tenuto al Teatro Smeraldo di Milano il 19/12/1992)

In Rimini, inoltre, viene per la prima volta registrata Andrea, canzone che diventerà, insieme a La guerra di Piero, una delle canzoni più fortemente antimilitariste non solo di De André, ma anche della musica italiana, sullo sfondo però di una storia di amore omosessuale durante la prima guerra mondiale. In tal senso Andrea è pure una canzone sulle diversità.

 

Testo

Andrea s’è perso s’è perso e non sa tornare 

Andrea s’è perso s’è perso e non sa tornare 

Andrea aveva un amore Riccioli neri 

Andrea aveva un dolore Riccioli neri. 

 

C’era scritto sul foglio ch’era morto sulla bandiera 

C’era scritto e la firma era d’oro era firma di re 

 

Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia. 

Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia. 

 

Occhi di bosco contadino del regno profilo francese 

Occhi di bosco soldato del regno profilo francese 

E Andrea l’ha perso ha perso l’amore la perla più rara 

E Andrea ha in bocca un dolore la perla più scura. 

 

Andrea raccoglieva violette ai bordi del pozzo 

Andrea gettava Riccioli neri nel cerchio del pozzo 

Il secchio gli disse – Signore il pozzo è profondo 

più fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto. 

 

Lui disse – Mi basta mi basta che sia più profondo di me. 

Lui disse – Mi basta mi basta che sia più profondo di me.