“Dalla Testa ai Piedi”. Umor Nero

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Avere l’”umor nero” non è certo un segnale di benessere. Questo perché il nero, come colore, ma forse sarebbe più opportuno dire come “non colore” (in quanto, al pari del bianco e al contempo al contrario, assorbe tutte le radiazioni elettromagnetiche), è rappresentativo di un insieme di caratteristiche negative (vuoto, lutto, morte, dolore, negazione, assenza).

In realtà, in altre culture, come spesso accade, questo non vale e, addirittura, si verifica la situazione inversa, ovvero ciò che per noi è simbolo di negazione, per altri è invece segno di nascita e di vita. Fatto sta che il nero è da sempre il “colore” degli eccessi, dell’essere “in assoluto”.

 

Elegante, minimalista, sexy, ribelle.

Questo ed altro comunica il nero, a seconda dell’ambito in cui viene utilizzato (abbigliamento, design, lingerie, make up). La cultura punk, a partire dalla metà degli anni 70, ne ha fatto un baluardo di ribellione, abbinandolo, con i suoi abiti e accessori in pelle borchiata, a valori di anticonformismo che ponevano le radici nella musica rock. In quel contesto l’unico uso del colore vivo era quasi totalmente delegato ai capelli e alle variopinte sfumature che ne tingevano creste e acconciature.

Il nero è anche IL passe-partout, il colore che tutte (e tutti) abbiamo presente (in almeno un capo, se non di più), nel nostro armadio. Questo perché ci rassicura, ci fa sentire protetti, e spesso ci toglie dall’impasse di non saper cosa indossare. Il classico tubino nero, che dai tempi di M.me Coco Chanel ha salito le vette dei must have del guardaroba femminile, è quanto di più infallibile e impeccabile possa esistere, soprattutto se coordinato con gli accessori giusti.

Ciò che tuttavia rischia di farci subire il nero è la condanna all’anonimato e alla banalità. Se infatti non siamo bravi a “vestire” il nero con i colori ad hoc e con personalità, rischiamo di far apparire il nostro look quanto di più piatto e comune possa esistere. Come richiamo a tutto ciò che di oscuro, seduttivo, ignoto e profondo contrassegna la cultura contemporanea, le passerelle di oggi (ma anche di ieri) pullulano di nero.

Nero per il giorno, nero per la sera e nero per la notte. Nero e bianco. Bianco e nero. Un po’ come nel contrasto fra Yin e Yang, fra luce ed ombra, a significare che in ognuno di noi esistono due facce della stessa medaglia, interpretabili in modo del tutto soggettivo a seconda del senso che individualmente diamo a ciò che è bene e ciò che è male. 

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